Le storie e i personaggi arrivano, non li cerco. E nelle storie che mi arrivano c’è sempre il 90% di realtà e almeno un elemento estraneo, surreale, magico, misterioso. In questo brevissimo romanzo la realtà è quella di un piccolo paese degli anni ’60 con i suoi pregiudizi, pettegolezzi, imbarazzi e tabù; in questo paese di gente “normale”, arriva un prete che non si sa da dove venga. Fa cose strane, al limite della stregoneria, e inspiegabilmente spinge o costringe gli abitanti del borgo a rivelare quello che nascondono, per paura o per convenienza. Un’adolescente guarda (sempre più sconvolta) questi adulti confessare i loro segreti, e all’improvviso più niente e nessuno è quello che appariva. L’accompagna in questa avventura estrema, peggio di un terremoto, la nonna Brigida, che già conosce la vita e sa trasformare il pettegolezzo nell’arte (e nell’ossessione) di strappare le maschere e di entrare nelle vite altrui, quelle vere, che pulsano sotto le facciate di rappresentanza.
Nonna Brigida è la mia seconda “vecchietta”: ho cominciato a scrivere narrativa a cinquant’anni, e mi viene facile rappresentare il mondo anche dal punto di vista degli “anziani”, di chi gli esseri umani più o meno li conosce, e non si fa più fregare. Nonna Brigida e gli altri miei vecchietti sono esperti, un po’ cinici, ironici ma ancora curiosi, indomiti. Perché a loro questa vita maledetta piace, malgrado tutto.
Di questo parla il mio ultimo romanzo (breve). Se volete leggerlo, ci vuole un attimo. E’ disponibile, di carta, qui: Vocifuoriscena e qui: ibs
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Se lo leggete, fatemi sapere. Commenti e recensioni per ogni dove mi faranno felice.