Anna ha preso (anni fa) una gran botta in testa, che le ha lasciato un piccolo ematoma e la straordinaria facoltà di comunicare con gli animali e con le piante. Questo superpotere (che Anna e l’investigatore privato che l’ha assunta fingono di ignorare, per imbarazzo) può aiutare le indagini, ma alla fine le indagini in questo libro non sono la cosa più rilevante. Dirò di più: per quanto mi riguarda avrebbero potuto non esserci. Il fuoco del racconto infatti è su Anna e sulla sua famiglia stramba, gatto Banzai compreso; sulle conversazioni surreali con ficus, cani, asini, piccioni e tartarughe che ci osservano e, ahimè, ci capiscono pure benissimo, anche se raccontano i fatti a modo loro. L’aspetto più interessante del romanzo è proprio questo guardare le cose e le persone in modo imprevedibile, prendendo a prestito altri sguardi e differenti stravaganze, per restituirci una realtà più buffa, più cruda e più vera, quella che noi umani non sempre abbiamo il coraggio di vedere. Un libro divertente, ironico e tenero, con disperazione. Perfetto, per un’estate come questa.
SARAH SAVIOLI, Gli insospettabili, Feltrinelli