Quest’estate ho fatto anche cose buone: ad esempio leggere finalmente “Retablo” di Vincenzo Consolo.
Uscito con Sellerio nel 1987, ambientato in una favolosa Sicilia settecentesca, narra del pittore illuminista Fabrizio Clerici e dell’ex frate Isidoro, illusi di poter fuggire con questo viaggio dalla propria infelice passione d’amore.
I narratori principali sono tre (Clerici, Isidoro e infine la donna amata, Rosalia), e intrecciano una sorta di canto che modella il racconto in diversi quadri, in immagini successive e complementari, come in un “retablo” appunto, pala d’altare con molti scomparti dipinti o scolpiti, tipica dell’arte spagnola barocca. I temi sono tanti: l’amore e la passione ingovernabile, la sofferenza del mondo, certamente, ma anche il ruolo della ragione, dell’arte, della bellezza.
In questo romanzo la lingua è tutto e ti incanta fin dall’incipit, ti seduce, ti prende, soddisfa desideri che nemmeno sapevi di avere, ricca, esagerata e armonica, nè moderna nè antica.
Dopo tanto tempo, finalmente una lettura che è stata un vero piacere. Non rinunciateci.